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Lecce – Lazio 2-1

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LECCE (art. Gavino Coradduzza)  

E via così  
      Vince, vince bene il rinfrancato e lucido Lecce; vince meritatamente e si prende anche la gran soddisfazione di rimpicciolire la Lazio riducendola ad una dimensione piccola piccola, annullandone gli spunti offensivi e mettendone a nudo le magagne difensive.       Compatto, corto e raggruppato , il Lecce di avvio di partita lascia l’iniziativa agli aquilotti di Lotito, ma non si limita a controllare o a guardare: la prima micidiale ripartenza e di Mancosu (stasera sugli scudi) : si impossessa di palla a centrocampo e vola verso l’area avversaria; gran botta e palla in rete, ma dal VAR giunge la sentenza: fallo di braccio in avvio dell’azione, gol annullato. Si riprende e al 4°  Gabriel si complica la vita (lo farà ancora per tre volte, ma compirà anche 4/5 parate di qualità extra) ; riappare il ben noto pasticciaccio difensivo che Caicedo sfrutta spingendo palla in rete ; sembra incredibile : in soli due minuti si passa dall’uno a zero allo zero a uno.       Sembra tutto facile per la Lazio che forse si illude troppo presto di poter fare un solo boccone del Lecce incerottato ; si abbandona a tocchetti e tocchettini talvolta molto azzardati perchè il Lecce sta caratterialmente reagendo, spinge facilmente in avanti sfruttando in particolare la fascia destra su cui la Lazio accusa più di una battuta a vuoto.
    Quando i giallorossi abbassano il ritmo(bisogna pur rifiatare) è la Lazio ad architettare qualche ficcante ripartenza (23°) offrendo a Gabriel l’occasione per “limare” il suo  primo errore, quello del gol.
       Al 30°è Falco a conquistare palla sulla destra, vede Babacar in area di porta e gli scodella una deliziosa parabola che il lungaggine gira di testa in rete : è il pareggio. Pareggio che stordisce alquanto la formazione di Inzaghi che perde ulteriormente la abituale disinvoltura, incespica su sè stessa auto procurandosi più di una sudata fredda. Il pressing a tutto campo dei giallorossi comporta certamente notevole dispendio di energie, ma non vi è alternativa e comunque questo Lecce dimostra di godere di buona condizione.       Sembra proprio la serata del VAR : l’arbitro Maresca vi ricorre ancora una volta per concedere un calcio di rigore per un tocco di mano in area bianco celeste, tre o quattro minuti di valutazione e di attesa : il fallo c’è e Mancosu si presenta sul dischetto , ma colpisce troppo “sotto” e la palla vola oltre la traversa : a volte capita !       Finisce sull’uno a uno il primo tempo gestito molto bene dal Lecce e non altrettanto da una Lazio alquanto presuntuosa e spesso pasticciona e arruffona.       Ancora un felice inserimento di Lucioni su battuta d’angolo quando è trascorso poco più di un minuto dalla ripresa del gioco: lui, si sa, è tempista negli inserimenti e dunque , per quanto molto contrastato, spedisce in rete.       Gabriel si concede una clamorosa uscita a vuoto per fortuna senza conseguenze; Mancosu, ma non solo lui, sta disputando una grande partita : suggerisce con precisione e tempismo, ritrova le bordate dalla media distanza, è uomo ovunque !
       Andrebbe raccontato anche il provvidenziale salvataggio di Petriccione sulla linea di porta poco prima che Liverani lo alterni con Deiola; gli altri cambi riguardano Saponara, Babacar e Falco sostituiti da Farias, Majer e Rispoli.       Un capitolo a parte , lo abbiamo detto , spetta a Gabriel (lunatico) per i tre errori davvero clamorosi , ma anche per quattro o cinque interventi da “unto del Signore”.       Sconcertante ma anche significativo di una latente serenità mentale è il morso di Patric ai danni del braccio di Donati ; ci eravamo ormai dimenticati di Tyson . . . . ,Ma quel che vale la pena di sottolineare è la buona ed incoraggiante prova dei giallorossi.

Tre punti di platino e l’orizzonte non è più così fosco !

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