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Lecce – Cosenza 3-1: buono il Cosenza, ma meglio il Lecce

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 LECCE: (art. di Gavino Coradduzza)

Di rigore, Si ! Ma vittoria certamente rischiata, inseguita e meritata. Hanno funzionato egregiamente i cambi operati da Corini nel corso della ripresa, la squadra ne ha tratto giovamento ed il successo è maturato quasi per fatto naturale; ma non era iniziata bene, anzi!       Il biglietto da visita dei giallorossi viene sventolato con una rasoiata di destro e dalla media distanza , da Hjulmand : traversa piena ! Sembrerebbe il preludio ad una serata di gloria totale ed invece, a far centro con un girata di testa in anticipo su Meccariello, è (8°) Gliozzi. Niente da dire, un gol pulito e ben costruito.       L’euforia dei calabresi è di breve durata, fino al dodicesimo minuto, quando Coda trasforma brillantemente in gol il calcio di rigore accordato per fallo in area su “Mosquito” (Rodriguez),       Non è male la manovra del Lecce che però si sofferma anche troppo su temi scolastici sulla propria trequarti probabilmente per stanare i calabresi invitandoli a scoprirsi. Pochi rifornimenti per le punte, poche accelerazioni, scarseggiano anche i guizzi sulla trequarti, verticalizzazioni ancora da inventare. Il Lecce sconta con frequenza la imprecisione dell’ultimo passaggio e talvolta anche del penultimo : ora corto, ora lungo, ora largo , ora stretto, quasi mai giusto. Le fasce riforniscono molto poco: Maggio , a destra, sale col contagocce e dalla parte opposta, Gallo, produce poco di meglio.       Il Cosenza di Occhiuzzi non sfigura, anzi; si avvicina con spavalda frequenza all’area di Gabriel e fa frullare palla con buona precisione. L’aggettivo appropriato sarebbe “disinvolto”; si, disinvolto perchè si muove armonicamente  ; con evidente disinvoltura e con geometrie talvolta fantasiose, spesso precise è in alcune fasi diventano , per i giallorossi, alquanto indigeste.       In avvio di ripresa si nota già qualcosa di nuovo, o meglio di diverso: Maggio si distende sulla corsia di competenza con qualche sgroppata in profondità; Gallo lo fa con maggior frequenza ed infatti Coda e “Mosquito” non devono più dannarsi l’anima e i polmoni per recuperare qualcosa di giocabile.       Non è partita da antologia del calcio, ma resta godibile ancor più con l’aumento di intensità.       E venne l’ora (64°) di Mancosu per portare fosforo e grinta al centrocampo, e di Pettinari per lubrificare le conclusioni verso la porta di Falcone; escono Henderson e Coda.       E venne quindi anche l’ora (77°) del secondo rigore che Mancosu trasforma senza alcuna indecisione. Il Lecce diventa calcisticamente adulto, più squadra senza commettere l’errore di cullarsi sul gol di vantaggio.       A mettere in cassaforte il risultato arriva (85°) il gol di Meccariello: una inzuccata vincente che chiude la partita. 
       Ora si va a Pescara !

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