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Lecce – Ascoli 1-2. Lecce dove sei?

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LECCE (art. di Gavino Coradduzza)

Sostenere che il mercato suppletivo abbia cambiato l’anima, la forma ed il contenuto del Lecce sarebbe, per quanto visto oggi, una esagerazione se non qualcosa di peggio; una pietosa bugia, ma si spera che il tempo aiuti ad affinare molte delle cose apparse oggi incompiute o almeno in divenire.       Questa con l’Ascoli è la prima delle due partite non impossibili da disputare in casa. A queste due partite è affidata la speranza di un buon balzo in classifica , ma per oggi la speranza va a nanna o in castigo.       Nei primi minuti di gioco il Lecce appare un po’ sorpreso nel constatare l’Ascoli, quell’Ascoli che la classifica definisce derelitto, non è per niente derelitto e sta giocando con diligenza ed impegno la sua partita.       A suonare la sveglia in casa giallorossa è Mancosu che indirizza verso l’angolo da una ventina di metri : Leali smanaccia in angolo . Le iniziative giallorosse si sviluppano, almeno fino a questo momento, prevalentemente sulla corsia di destra dove è all’esordio Maggio che non sembra il cursore di fascia che tutti ricordiamo ; le sue proverbiali sgroppate sono, almeno per ora, uno sbiadito ricordo; ed infatti è l’Ascoli a costruire la prima vera azione pericolosa dopo una quindicina di minuti nel corso dei quali Pisacane e Tachtsidis beccano il giallo.       E’ proprio il greco ad impegnare severamente il portiere Leali il quale, al 20°, si disimpegna con bravura in angolo.       Il Lecce raccoglie il premio della pazienza e dell’attesa con una brillante incornata di Stepinski ( 23°) sontuosamente servito da Coda con un cross “al bacio”. Proprio sui piedi di Coda arriva la palla del raddoppio a non più di sei metri dalla porta, ma lui, Coda, la manca incredibilmente.       Al 28° il pareggio ascolano figlio della solita leggerezza in disimpegno: la palla giunge a Dionisi che mette a sedere Pisacane ed infila Gabriel. La partita resta abbastanza vivace e le emozioni non mancano. Uno a uno e si va alla ripresa,       Pisacane resta sotto la doccia, al suo posto Meccariello e la partita riprende svolgendo i medesimi temi della prima frazione, ma con in più il primo miracolo di “San Gabriel” già al secondo minuto.       Ma niente può fare il  portierone (a parte la corta respinta sulla prima bordata) sulla ribattuta a porta spalancata che accorda ancora a Dionisi (56°) il gol dell’ UNO A DUE.       Al 60° Coda concede il bis : in piena solitudine , a centro area, divora un gol che era più facile da realizzare che da sprecare.       Corini prova a raddrizzare la barca chiedendo a Maggio di operare in zona più avanzata a supporto delle punte e mandando in campo Majer, Nikolov e Rodriguez per Tachtsidis , Henderson e Stepinski,       Cosa cambia ? In sostanza proprio niente perchè l’Ascoli tiene bene il campo, rischia ovviamente qualcosa, e però crea rischi seri anche ai giallorossi che hanno bisogno di un provvidenziale Lucioni per evitare in extremis il terzo gol.       E’ dura da ammettere, ma sul piano della concretezza e non solo su quello, in campo c’è più Ascoli che Lecce. Ad evitare la sconfitta ci sarebbe un calcio di rigore accordato al Lecce al 91°; calcio di rigore che Mancosu spedisce abbondantemente in curva.       Settimanalmente capita di leggere frasi  del tipo “siamo in crescita”, “siamo fiduciosi e via di questo tono.
       Oggi proprio NO; domani ? FORSE !

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