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Lecce – Spal 2-1. La Spal ci prova ma vince il Lecce.

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LECCE – (art. di Gavino Coradduzza)

Non si è visto il Lecce delle ultime uscite, quello che aveva sbancato Napoli, per intenderci; La squadra non è riuscita a tradurre in temi di gioco tutte le buone intenzioni che hanno accompagnato la settimana successiva alle due consecutive vittorie.       Ma ha vinto !

L’avvio della Spal è spavaldo, improntato ad una certa aggressività, carico di iniziativa, come se il primo obiettivo della squadra di Di Biagio miri a sorprendere un Lecce più ragionatore e compassato. La partita confermerà che le due squadre non muteranno di molto questo atteggiamento iniziale. La vivacità degli Estensi sembra in qualche misura tarpare le ali ai tentativi di iniziativa dei giallorossi che innescano manovre senza  concluderne mai una ; in parole povere , il Lecce CINCISCHIA, si incarta spesso senza dare mai la sensazione di pericolosità. Gli avversari giocano (bene) d’anticipo e qualche volta riescono a turbare la tranquillità di Vigorito.
        Da parte della formazione di Liverani non si contano i lanci fuori misura e le inutili accelerazioni per inseguire palloni irraggiungibili; appare abbastanza evidente, con il trascorrer dei minuti, che le geometrie del centrocampo, così bene tratteggiate contro i Torino prima e poi contro il Napoli, al momento non trovano i giusti interpreti.        A dieci minuti dall’intervallo Liverani deve rinunciare a Falco e lo sostituisce  con Shakhov.        Il compito di togliere le castagne dal fuoco spetta al “solito” Marco Mancosu: è lui a trasformare secondo manuale il calcio di rigore concesso dall’arbitro Guida, per un aggancio falloso ai danni di Majer lanciato verso la porta .        Si va dunque all’intervallo con il Lecce in vantaggio dopo un primo tempo (perchè negarlo?) in cui la Spal ha fatto di più e meglio senza tuttavia trovare la via del gol , mentre il Lecce si è limitato ad inseguire, non raggiungendola se non raramente, la fluidità di manovra e la misura necessaria ad annacquare i bollenti spiriti degli ospiti ; un Lecce a tre cilindri o, per chi preferisce, con il freno a mano tirato.        Ancora freno tirato in avvio di ripresa , ma questa volta (2°minuto) si paga dazio perchè Petagna cerca , trova e perfora la rete di Vigorito.  tra le file giallorosse c’è più di qualcosa che continua ad andare non nel verso giusto: parzialmente smarriti i tempi giusti e la misura  negli appoggi (Majer e Deiola ma non solo loro), la manovra è approssimativa ed inefficace così come tanti dei rilanci difensivi che in precedenti confronti si erano rivelati preziosi.       Chissà, si domanda più di qualcuno, chissà se Petriccione o Saponara, od entrambi, sarebbero nella condizione di far ritrovare alla squadra il filo del gioco ? E’ soltanto una ipotesi, ovviamente, ma è una ipotesi corroborata da quanto visto ed ottenuto contro Torino e Napoli.        La partita va comunque avanti secondo i canoni già espressi: Lapadula guadagna un giallo per una inutile entrata su Berisha; si accoda così ai già ammoniti Calderoni, Majer, e Deiola e sarà seguito da Shakhov.        Il Lecce che continua a non fare molte cose, fa però quella che davvero conta: il gol del 2-1 : il destro ad incrociare di Maier non lascia scampo a Berisha; la palla carambola in rete dopo aver incocciato la base del palo lontano.        La reazione spallina è furibonda, martellante: mette ripetutamente sotto pressione il pacchetto difensivo dei padroni di casa esaltando in più di una circostanza, il tempismo di Vigorito.        Comprensibile la delusione di Di Biagio la cui squadra ha disputato una buona e coraggiosa partita; ma nel calcio, è cosa arcinota, vince chi fa i gol : il Lecce ne ha messo a segno due !

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