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Juventus – Lecce 4-0

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TORINO (art. Gavino Coradduzza)

Il Lecce esce sconfitto dal confronto di Torino, ma non surclassato come era accaduto contro il Milan: la squadra ha tenuto il campo in maniera decisa finché ha potuto far conto sulla parità numerica; poi, l’espulsione di Lucioni, ha cambiato gli equilibri in campo. Dunque un Lecce sconfitto ma confortante per la condizione mostrata !

Liverani ha dovuto fare i conti con le numerose assenze ed anche trovare rimedio  alla emorragia di gol incassati (15) nelle ultime tre partite. Opta per un pacchetto difensivo a cinque con tre uomini a filtro di centrocampo, Mancosu a galleggiare tra centrocampo e Falco che funge da unica punta anche se punta vera non è .       La prima buona occasione (4°) capita sul destro di Rispoli su buona iniziativa di Mancosu e rifinitura di Shacov : il suo destro è fuori misura , ma per la Juve è il primo campanello d’allarme, ed anzi risulta  alquanto sorpresa dalla sfrontatezza e dalla organizzazione dei giallorossi. Il Lecce sa far viaggiare la palla con ordine, disciplina tattica e buona intensità.       Sarebbe fantastico se l’intera partita procedesse su questo piano e con questi equilibri ; non è azzardato immaginare che potrebbe anche giovarsi di talune superficialità bianconere (Quadrado in pericoloso disimpegno) che la Signora inanella con inusuale frequenza. I primi trenta minuti di partita raccontano di una Juventus imbarazzante disorientamento e di un Lecce capace di mettere a nudo le pecche dell’avversaria. Se non fosse per il colore delle magliette si stenterebbe un pochino a riconoscere la squadra che guida la classifica e quella che per la medesima classifica è in ansia.       Ma il lecce non può permettersi leggerezze come quella che al 32° porta alla espulsione di Lucioni : una clamorosa distrazione con pesantissime conseguenze. Bisogna dunque fare di necessità virtù, quindi il baricentro si abbassa a protezione del pacchetto arretrato orfano di Lucioni; ma in buona sostanza alla Juve riescono soltanto un paio di buone occasioni che Ronaldo e Bernardeschi non sfruttano.       Quando, al rientro dopo l’intervallo, Petriccione viene rilevato da Rossettini per ricomporre la difesa a cinque, il Lecce arretra ulteriormente il proprio raggio d’azione , e così l’indisturbato Dybala può mirare e centrare il “sette” alla sinistra di Gabriel.       Il fallo su CR7 che procura  il calcio di rigore che il portoghese trasforma alla sua maniera, rende ulteriormente impervio il percorso di Mancosu e compagni. Va da sè che alla Juve, per quanto in versione “brutto anatroccolo” non si possa concedere un uomo in più per un’ora abbondante senza pagare pedaggio; e tuttavia ai giallorossi va riconosciuto un buon voto per l’interpretazione della partita, per la presenza sul terreno e per la testa alta anche a prescindere dal lungo assedio subito nel secondo tempo.       Gioco facile per Ronaldo servire di tacco Higuain per il comodo terzo gol , così come è accaduto all’olandese d’oro (De Ligt) nel deviare a rete il quattro a zero.
       Quattro reti dal Milan, quattro dalla juve  indurrebbero a sbandierare giudizi simili se non uguali, ma sarebbe sbagliato. Il Lecce anti Milan era da criticare, come si è fatto, per la sua totale inconsistenza e per la resa totale nei confronti di una squadra non propriamente stratosferica. Quello che ha impegnato la Juve è cosa totalmente diversa; è una squadra che, risultato a parte, ha recuperato sé stessa.     Il Lecce rientra dunque dalla infruttuosa trasferta di Torino con buoni segnali di recupero. La strada è questa !

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